Argomento scottante ma anche molto attuale, è quello sull'importanza del dialogo tra genitori e figli. 

Un tema molto sentito oggi, in una società moderna che a differenza di qualche anno fa, spesso lascia da soli i giovani, senza sicurezze, alla ricerca di se stessi e del proprio ruolo all'interno della società.


E. Erikson, psicologo del secolo scorso, si è a lungo occupato dello studio dello sviluppo dell'identità personale e psicosociale e ha suddiviso la vita in otto stadi: la fase dell'adolescenza è stata soprannominata “ identità o dispersione” ed è proprio quello stadio in cui l'individuo abbandona la propria identità fanciullesca per costruirne una più adulta e matura.

Si parla di “crisi” in quanto l'adolescente vive un vero e proprio periodo di confusione causato da sentimenti contrastanti quali la riluttanza dell'abbandono delle certezze e delle sicurezze infantili e l'attrazione per il mondo sconosciuto, complesso e a tratti inquietante.

E' una fase estremamente delicata tale per cui i giovani vivono il rapporto con i genitori come un impedimento e non come una risorsa. Sentendosi accolti poi nel gruppo alla pari, si ritrovano ad abbracciare valori trasmessi dai propri amici e non dai genitori. 

Tutto ciò crea una spaccatura generazionale nel rapporto genitore-figlio, difficile da ricostruire. Questa spaccatura è anche generata dalla differenza di ruolo: i genitori si sentono responsabili dei propri figli e vorrebbero, per la maggior parte delle volte, instradarli per il meglio nelle vita, ma spesso ciò si traduce in imposizione, producendo conflitti.

Dall'altra parte, i figli, desiderano (e meritano) più autonomia e indipendenza ma a volte esagerano e sono inconsapevoli e disinformati sui rischi a cui potrebbero andare incontro. Anche se è passato il tempo in cui i genitori potevano controllare quasi ossessivamente i figli, non è ancora venuto né mai verrà il tempo in cui i figli potranno fare a meno della guida dei propri genitori. 

Il punto d'incontro oggi, sarebbe quello di rispettare reciprocamente, in modo costruttivo e soprattutto democratico, le esigenze di entrambe le parti: i genitori potrebbero valutare ed accogliere le richieste di libertà dei figli, dando loro fiducia e insegnandogli a scegliere con libertà, lasciando anche aperta la possibilità di sbagliare. Gli adolescenti, da parte loro, dovrebbero rispettare il ruolo e la responsabilità che rivestono i genitori, cercando di apprezzare la loro esperienza e saggezza. Soprattutto ricordando ai figli che nel caso in cui dovesse verificarsi un 
problema rilevante, loro sono pronti ad ascoltarli ed aiutarli, prima di giudicarli.

Ciò che è stato sopra elencato, non si ottiene mediante prescrizioni morali, obblighi, imposizioni, ma piuttosto attraverso un armonico dialogo che permetta di esprimere le proprie esigenze, emozioni e idee, senza essere giudicati e senza sentirsi “sotto analisi”. Nessuno ha insegnato ai genitori a essere “bravi” genitori in quanto sono tutti autodidatti che cercano di mettere in pratica, al meglio, ciò che a loro volta gli è stato trasmesso dai loro genitori. 

Tuttavia, al giorno d'oggi, esistono numerosi libri e “linee-guida” che esprimono consigli per il difficile, ma meraviglioso ruolo di genitore. Non solo; ci sono anche corsi, gruppi e forum dove viene trattata la psicologia dell'età evolutiva, per riuscire a capire meglio i loro comportamenti. 
Nel caso in cui il rapporto genitore-figlio dovesse essere deteriorato o nei casi in cui è difficile instaurare o recuperare il rapporto con i propri figli, è bene farsi aiutare da un esperto in quanto il parere di una terza persona si rivelerà fondamentale per capire certe dinamiche, spesso invisibili a chi sta vivendo in prima persona, quella determinata situazione. Uno psicologo offrirà gli strumenti necessari per re-instaurare un clima armonico in tutte quelle situazioni poco serene. 

(contributo della Dott.ssa Federica Busi, collaboratrice del Pesciolinorosso)